Sono trascorsi cinquant’anni dal 1968: WOW Spazio Fumetto ripercorre quest'annata simbolo con la mostra "'68 – L’Immaginazione al potere". Eventi, temi, mode, protagonisti e simboli di quel momento storico di svolta, raccontati attraverso l’esposizione di materiali e documenti originali, giornali, libri, manifesti cinematografici, fotografie e, naturalmente, fumetti. I diritti civili e le proteste studentesche; il Vietnam e Che Guevara; Barbarella e il fumetto underground; il caso "Zanzara" e la Rivoluzione sessuale. Il Sessantotto è stato il culmine di un periodo complesso, fatto di grandi e piccoli cambiamenti, alcuni già in corso dai decenni precedenti, altri frutto di istanze nuove. Soprattutto - per i giovani di allora e in in tutto il mondo - ha rappresentato una frattura generazionale verso "il sistema". Aprire la mente, abolire i vecchi schemi, creare un mondo nuovo e migliore, e subito. La mostra "'68 – L’Immaginazione al potere" ripercorre il Sessantotto da un punto di vista inedito, dando la dovuta attenzione anche ai fumetti prodotti in quegli anni e a quelli che, tempo dopo, hanno raccontato momenti, personaggi e temi di quel periodo indimenticabile. Scopriremo così insospettabili connessioni tra il Fumetto e l’attualità: a ispirare i celebri sit-in dei Quattro di Greensboro, fondamentali per la causa dei diritti civili negli Stati Uniti, è anche la lettura di un fumetto di qualche anno prima dedicato alla figura di Martin Luther King. C’è invece chi sceglie di prendere una celebre figura storica e metterla al centro di un fumetto completamente frutto di invenzione, come fa Magnus nella storia "Lo Sconosciuto - L’uomo che uccise Ernesto 'Che' Guevara", che racconta la morte del celebre rivoluzionario argentino, ipotizzando l’identità dell’assassino. Esistono poi fumetti autobiografici, che forniscono un punto di vista “di prima mano”, come per esempio "Tutta colpa del ‘68" di Elfo (Giancarlo Ascari), e "Una vita cinese", in cui Li Kunwu, con l’aiuto dello sceneggiatore francese Philippe Ôtié, racconta un periodo di cambiamenti epocali per la Cina. Per il Fumetto in quanto tale, il Sessantotto è stato culmine dell’esplosione underground, con autori come Robert Crumb, e momento della “révolution Pilote”, in cui la più popolare rivista francese a fumetti per ragazzi cambia la propria politica editoriale per la spinta degli autori più giovani. In Italia escono, non a caso, i famosi supplementi Provo-Linus e Linus-il-Rosso. Ma la mostra non si limita al Fumetto: esposti ci saranno anche giornali e riviste dell’epoca, libri e volantini originali, insieme a manifesti originali di film come "Fragole e sangue". Particolare attenzione è riservata alla grafica, con la riproduzione di alcuni dei celebri manifesti dell’Atelier Populaire parigino. Ancora francese è forse la rivista satirica più importante per capire cosa è stato il Sessantotto: L’Enragé, di cui sono esposti gli 11 storici numeri. Con la collaborazione di artisti come Georges Wolinski, Cabu, Siné, la rivista precede Charlie Hebdo con una satira senza compromessi, in cui a essere preso di mira è prima di tutto il presidente della Repubblica, il generale Charles de Gaulle. La mostra, visitabile dal 14 aprile al 6 maggio a WOW Spazio Fumetto, è a ingresso libero. Inaugurazione sabato 14 aprile, alle ore 16,30. Sarà presente anche Marco De Poli, nel 1966 studente direttore de "La Zanzara": il giornale studentesco del Liceo classico Parini che venne processato e assolto, dopo un processo che vide al fianco degli imputati la stampa italiana e l'opinione pubblica.
Sono trascorsi cinquant’anni dal 1968: WOW Spazio Fumetto ripercorre quest'annata simbolo con la mostra "'68 – L’Immaginazione al potere". Eventi, temi, mode, protagonisti e simboli di quel momento storico di svolta, raccontati attraverso l’esposizione di materiali e documenti originali, giornali, libri, manifesti cinematografici, fotografie e, naturalmente, fumetti. I diritti civili e le proteste studentesche; il Vietnam e Che Guevara; Barbarella e il fumetto underground; il caso "Zanzara" e la Rivoluzione sessuale. Il Sessantotto è stato il culmine di un periodo complesso, fatto di grandi e piccoli cambiamenti, alcuni già in corso dai decenni precedenti, altri frutto di istanze nuove. Soprattutto - per i giovani di allora e in in tutto il mondo - ha rappresentato una frattura generazionale verso "il sistema". Aprire la mente, abolire i vecchi schemi, creare un mondo nuovo e migliore, e subito. La mostra "'68 – L’Immaginazione al potere" ripercorre il Sessantotto da un punto di vista inedito, dando la dovuta attenzione anche ai fumetti prodotti in quegli anni e a quelli che, tempo dopo, hanno raccontato momenti, personaggi e temi di quel periodo indimenticabile. Scopriremo così insospettabili connessioni tra il Fumetto e l’attualità: a ispirare i celebri sit-in dei Quattro di Greensboro, fondamentali per la causa dei diritti civili negli Stati Uniti, è anche la lettura di un fumetto di qualche anno prima dedicato alla figura di Martin Luther King. C’è invece chi sceglie di prendere una celebre figura storica e metterla al centro di un fumetto completamente frutto di invenzione, come fa Magnus nella storia "Lo Sconosciuto - L’uomo che uccise Ernesto 'Che' Guevara", che racconta la morte del celebre rivoluzionario argentino, ipotizzando l’identità dell’assassino. Esistono poi fumetti autobiografici, che forniscono un punto di vista “di prima mano”, come per esempio "Tutta colpa del ‘68" di Elfo (Giancarlo Ascari), e "Una vita cinese", in cui Li Kunwu, con l’aiuto dello sceneggiatore francese Philippe Ôtié, racconta un periodo di cambiamenti epocali per la Cina. Per il Fumetto in quanto tale, il Sessantotto è stato culmine dell’esplosione underground, con autori come Robert Crumb, e momento della “révolution Pilote”, in cui la più popolare rivista francese a fumetti per ragazzi cambia la propria politica editoriale per la spinta degli autori più giovani.
Orario: da martedì a venerdì, ore 15:00 – 19:00; sabato e domenica ore 15:00 – 20:00. Lunedì chiuso Ingresso libero
Inaugurazione sabato 14 aprile alle 16:30: sarà presente Marco De Poli, nel 1966 studente direttore de "La Zanzara"