A levante di Milano oggi corre il fiume Serio. Scivola via tra le ondulazioni del terreno fino ad incontrare gli ampi meandri del fiume Adda, dove un tempo giaceva disteso sulla pianura un vasto specchio d’acqua dalle rive paludose: il lago Gerundo. La leggenda vuole che le sue acque quasi stagnanti fossero solcate da animali giganteschi e inquietanti, rassomiglianti a enormi bisce d’acqua. Ma un tempo i contadini affermavano invece che si trattasse di dragoni con zampe e ali, o meglio di un solo drago secolare chiamato Tarantàsio. In realtà di Tarantàsio ce n’erano più d’uno e sarebbe stato meglio chiamarli Tarantàsia, perché pare fossero tutte femmine. Ma ecco che un giorno accade qualche cosa di decisamente insolito: la terra si muove verso l’alto come spinta da talpe gigantesche. Fa capolino qui e là un muso rugoso e appuntito, sormontato da grandi narici squamose. Spuntano occhi grandi e tondi seguiti da tutta la testa, dal lungo collo e dalle zampe artigliate. Escono un po’ sonnolenti i dragoni, o per meglio dire le Dragonesse, stiracchiandosi ben benino fino alla coda. Dopo i primi sguardi un po’ spaesati e un grande sbattere di ciglia e d’ali, questa sorta di dinosauri celesti prende il volo sollevandosi in ampi cerchi sulla pianura. Sbuffano dalle narici e dalla grande bocca un fiato denso, color del fumo, quello che gli antichi contadini chiamavano “Alito del Drago”. E in questa specie di nebbia caliginosa che il loro ansimare genera, planano ad ovest, verso Milano. Da questo spunto nasce il volume “Milano. La città delle dragonesse”. Le Dragonesse ci raccontano storie poco note e talvolta sconosciute inducendoci alla riflessione. Ognuna di loro ora si è scelta una casa: chi l'Arco della Pace, chi l'Arena, chi le Colonne di San Lorenzo, chi il Rifugio antiaereo numero 87, chi la Galleria e chi la Torre delle sirene. Tutti luoghi simbolo della città che ora le Dragonesse proteggeranno e che ci aiuteranno a conoscere meglio, in una guida alla città attraverso una Milano mai immaginata scritta da Gianluca Padovan e disegnato da Frantz Gauviniere. Dall’11 luglio al 15 settembre a WOW Spazio Fumetto saranno esposte le più belle illustrazioni del volume, oltre a una nuova serie di opere che mostrano le nostre Dragonesse abbarbicate sull’arco che introduce al mondo di WOW Spazio Fumetto o aggrappate alla guglia più alta del Duomo.
A levante di Milano oggi corre il fiume Serio. Scivola via tra le ondulazioni del terreno fino ad incontrare gli ampi meandri del fiume Adda, dove un tempo giaceva disteso sulla pianura un vasto specchio d’acqua dalle rive paludose: il lago Gerundo. La leggenda vuole che le sue acque quasi stagnanti fossero solcate da animali giganteschi e inquietanti, rassomiglianti a enormi bisce d’acqua. Ma un tempo i contadini affermavano invece che si trattasse di dragoni con zampe e ali, o meglio di un solo drago secolare chiamato Tarantàsio. In realtà di Tarantàsio ce n’erano più d’uno e sarebbe stato meglio chiamarli Tarantàsia, perché pare fossero tutte femmine. Ma ecco che un giorno accade qualche cosa di decisamente insolito: la terra si muove verso l’alto come spinta da talpe gigantesche. Fa capolino qui e là un muso rugoso e appuntito, sormontato da grandi narici squamose. Spuntano occhi grandi e tondi seguiti da tutta la testa, dal lungo collo e dalle zampe artigliate. Escono un po’ sonnolenti i dragoni, o per meglio dire le Dragonesse, stiracchiandosi ben benino fino alla coda. Dopo i primi sguardi un po’ spaesati e un grande sbattere di ciglia e d’ali, questa sorta di dinosauri celesti prende il volo sollevandosi in ampi cerchi sulla pianura. Sbuffano dalle narici e dalla grande bocca un fiato denso, color del fumo, quello che gli antichi contadini chiamavano “Alito del Drago”. E in questa specie di nebbia caliginosa che il loro ansimare genera, planano ad ovest, verso Milano. Da questo spunto nasce il volume “Milano.
CHIUSA DAL 1° AGOSTO AL 2 SETTEMBRE
Orario: da martedì a venerdì, ore 15:00-19:00; sabato e domenica, ore 15:00-20:00. Lunedì chiuso. Ingresso libero Inaugurazione giovedì 11 luglio alle ore 18:30 alla presenza degli autori Gianluca Padovan e Frantz Gauviniere